La fuga dai cliché che, ogni anno, intasano le narrazioni natalizie, la rivisitazione della figura di Santa Claus, lo stratagemma del musical per sbloccare situazioni intricate e una piccoletta che ama il Natale tanto quanto il suo papà, sono gli ingredienti più gustosi dei due episodi di “Qualcuno salvi il Natale”.
Certo: gli sbrilluccichii che costellano il film, l’atmosfera carica di attesa per "la notte dei regali” e qualche magia qua e là non mancano, ma va bene. Togliere anche questo, era troppo. E avrebbe snaturato tutto. Non mettere qualcosa di nuovo, anche. Ecco perché i due film hanno un grande pregio, nonostante le critiche che si possono avanzare. Il merito sta nella scelta di ripensare a Babbo Natale. E di farlo diventare una figura fuori dagli schemi e, a tratti, anche irriverente. Interpretato magistralmente da Kurt Russel che dà vita ad un nuovo e piacevolissimo Babbo Natale rock’n’roll. Iconico e ironico.
E’ lui il vero mattatore. In entrambi i film. Nel primo “ingaggia” Kate e Teddy che, okay, rischiano farlo cadere dalla slitta ma si riscattano alla grande quando riescono a salvare il Natale sul filo del rasoio. Nel secondo, invece, è Babbo Natale a dover essere salvato da Belsnickel. Ad aiutarlo, questa volta, oltre all’immancabile Kate Pierce, ci saranno Jack e Goldie Hawn, moglie di Kurt nel film (con una curiosa pettinatura che ricorda una pallina da albero di Natale) e nella vita reale. Unica nota stonata, in entrambe le pellicole, lo scollamento troppo netto tra la vita “normale/terrena” e quella, da favola, in compagnia di Babbo Natale. Ma, forse, è giusto così. Quando si guardano i film di Natale, e quando si guardano con gli occhi innocenti dei bambini, qualche scivolone in più, è concesso.
Comments