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Immagine del redattoreLuca Signori

La Casa di Carta



Sempre col fiato sospeso, colpi di scena e palpitazioni a non finire. La Casa di Carta, serie cult di Netflix non solo la promuovo a pieni voti, ma la metto nella "top ten" delle serie viste finora sulla piattaforma. Sì, la banda di rapinatori con la tuta rossa mi ha davvero rubato il cuore (infatti non vedo l'ora della quinta stagione!). E i motivi sono un bel po'. Certo, mica ve li svelo tutti altrimenti non ve la gustate, ma qualcuno sì. Innanzitutto la trama, avvincente e con evidenti connotati/rimandi politici e il ritmo incalzante, che mi hanno letteralmente tenuto incollato allo schermo.


Poi i personaggi. Belli folli, incasinati e imprevedibili. Tutti. Indistintamente. Con le loro storie, svelate in diversi flash-back e i loro passati tormentati che cercano di lasciarsi alle spalle. Sono davvero pazzeschi. Alcuni esempi? Tokyo, Nairobi, Berlino, ma anche l'enigmatico Professore, mente degli attacchi alla Zecca di Stato e alla Banca di Spagna. Di spessore anche le interpretazioni di chi vuole fermare i ladri con la maschera di Dalì: su tutti Alicia Sierra, ma anche Raquel Murillo, Gandìa e il colonnello Tamayo. E poi l'empatia mainstream.


Certo, ci saranno i detrattori (come sempre) ma una cosa è innegabile: questa serie è riuscita ad entusiasmare e coinvolgere il mondo intero. Sullo schermo, sui social, nella cultura popolare. Insomma, dappertutto. Mica male, eh.


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