Holidate spiattella subito lo stigma più diffuso, così articolato: “l’aver superato i 30 anni e non essersi ancora accasato/a” e “l’aver superato i 30 anni e non aver trovato ancora l’anima gemella” che, diciamocelo, sono già difficili da vivere e superare. Figuriamoci da sopportare, specie quando a far(ce)lo notare sono genitori impiccioni e parenti pettegoli, più fastidiosi di qualsiasi irritazione. Vedete già occhi al cielo, facce infastidite e nervosismo a fior di pelle, vero? Ecco. È la condizione che condividono Sloane e Jackson, i due protagonisti di Holidate, nuova commedia romantica arrivata su Netflix a fine ottobre. Sloane fa di tutto per allontanarsi da una madre assillante (che prova a farle conoscere ragazzi a ripetizione) e da una zia frivola (che colleziona scappatelle come se fossero le figurine di un album). Jackson, invece, è scappato da una fidanzata assillante. I due si incontrano casualmente e si impegnano a diventare “festamici”? Cosa? Sì. In pratica decidono di incontrarsi solo in occasione delle “feste comandate”: Natale, San Valentino, San Patrizio, Pasqua, il 4 luglio, la festa del Ringraziamento and so on. Tutto, con una promessa: nessun coinvolgimento sentimentale e niente sesso. Per provare a zittire le malelingue sempre in agguato e, soprattutto, per scartare l’ipotesi che la solitudine diventi l’unica compagna in quelle “occasioni speciali”. Per dire, in definitiva, di aver passato la serata “con qualcuno/a” senza pensare, troppo, al domani. Sì, come no? Al domani ci pensano. Ci pensano eccome. Lui sui campi di golf confidandosi con l’amico Neil, lei con sua sorella Abby, madre di 4 figli. Insomma: capiscono di piacersi ma non hanno il coraggio di dirselo. Ne segue quindi un’estenuante tira e molla fino a quando si incroceranno in un centro commerciale e capiranno, con la complicità di un coro gospel (!), di essere fatti l’uno per l’altra.
Holidate
Aggiornamento: 24 dic 2020
Comments