Emily è una ragazza brillante ed energica che vuole affermarsi nella vita. A Chicago ci sta bene: il suo lavoro come social media manager le piace molto, è fidanzata ed è avviata ad una brillante carriera. Ma è proprio in un momento di euforia, che cambia tutto. La sua capa resta in cinta e le propone di andare in Francia al posto suo. Emily accetta senza pensarci due volte. Inizia così la sua esperienza francese, con due grossi ostacoli però: non sa il francese e i colleghi non la sopportano. Sicura delle sue capacità, con outfit da urlo e un sorriso sempre stampato sulle labbra, si farà largo nel tourbillon della capitale francese: diventerà influencer e, soprattutto, farà cambiare opinione a Sylvie, l’insopportabile founder di Savoir. Un obiettivo che, all’inizio, sembra davvero impossibile.
La trama non è niente di che, ok. Di ragazze come Emily (interpretata da Lily Collins, figlia del cantante Phil Collins) che sgomitano ne abbiamo viste parecchie però Emily in Paris ha quel “non so che”: episodio dopo episodio, infatti, coinvolge sempre di più. Eh sì perché, checché ne dicano i detrattori (francesi in primis), mixa con sagacia un bel po’ di calamite: l’eterno romanticismo della ville lumière, i cliché delle narrazioni transalpine ma anche i numerosi flirt nei quali Emily viene coinvolta, le amicizie che stringe e colonne sonore davvero orecchiabili.
Questo per dirvi due cose. Numero 1: ho visto questa serie in una serata (gli episodi da 30 minuti ciascuno agevolano un bing-watching fluido). Numero 2: fate altrettanto! Alla fine sarete più che contenti: avrete visto una serie divertente e bella frizzantina!
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