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Immagine del redattoreLuca Signori

El Camino

“Pochi hanno la fortuna di poter dire che sono sopravvissuti.”


Sta in questo incipit, l’essenza di "El Camino", il film di Breaking Bad: un po’ spin-off, un po’ prequel e un po’ sequel dell’acclamata serie TV. Un film che ho visto però più come un tentativo di Vince Gilligan, il regista, di sdebitarsi per quello che non ha potuto (anzi, che non ha voluto) raccontare in Breaking Bad piuttosto che come la reale volontà di aggiungere novità alla storia. Non a caso si sprecano i flashback con i quali il fuggitivo Jesse continua a misurarsi, mentre le scene degne di nota si contano davvero sulle dita di una mano.


Ne cito un paio: quando Jesse e Todd occultano un cadavere e, all’inizio, quando gli amici di Jesse gli facilitano la fuga (l’ennesima) con uno scambio di auto tra cui, appunto, la “El Camino”. Tutto sommato “il film di Breaking Bad” non è un prodotto da buttare via, anzi (ottima la fotografia, le riprese con i droni e l’interpretazione di Aaron Paul) ma non mi ha fatto stare male come Breaking Bad. Cosa che, invece, mi aspettavo.


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